LIBRI

 
 
 
 

 
     
 

Gianoberto Lupi

IL MITICO SO BERETTA

Editoriale Olimpia/Collana Armi e tiro

 

ISBN

978-88-253-0182-3

Formato 21,0x29,5

Pagine

264

Lingua Italiano - Inglese

 

 

 
  L’autore  
  Gianoberto Lupi vanta un primato di tutto rispetto: è l’unico autore al mondo ad aver scritto ben 18 libri sul fucile da caccia. Nato a Ferrara nel 1930, perito balistico dei Tribunali Italiani e fine conoscitore di armi d’alta classe, membro consulente per l’Italia della «The British Gun Trade Association», presso l’Editoriale Olimpia ha pubblicato le seguenti opere: Grandi fucili da caccia (1972; medaglia d’oro speciale al X Concorso Letterario Nazionale del Coni nel 1973; primo premio «Tevere» per la saggistica nel 1981); Il fucile a cani esterni (1975); I primi fucili a ripetizione (1976); Grandi incisioni su armi d’oggi (1976; in collaborazione con M. Abbiatico e A. Vaccari; premio «Editoria-Industria» alla XI Rassegna Cinematografica Internazionale «Genti e Paesi» del 1977); La doppietta italiana (1978; primo premio per la saggistica al premio letterario internazionale «Targa Adriatica» nel 1981); Toschi e Zanotti, antichi artisti armaioli (1979); Storia di un fucile immortale (1981; in collaborazione con G. Preda); Il fucile da caccia a percussione centrale dal 1800 ad oggi (5 voll.; 1983-1988); Capolavori per la caccia (1994; primo premio per la saggistica al XXIX Concorso Letterario Nazionale del Coni nel 1995); Hammerless! Il primo fucile da caccia a «cani interni» del mondo (1995); Cani esterni. Sculture in ferro del fucile da caccia (1998); Onore a un fucile. Discorso intorno alla doppietta Pietro Beretta 451/52 (2004)  
     
  Il libro  
 

«La splendida collezione iconografica di Gianoberto Lupi, in questo libro dal titolo affascinante, dimostra che la forma del fucile non patisce stilizzazioni indebite o estetizzanti. Maestri insigni, con passione sempre accompagnata da un mirabile gusto per la forma, hanno scolpito e reso duttile ogni diverso materiale. Superato un pregiudizio duro a morire, anche lo storico delle “arti belle” non rimane estraneo alla forma pazientemente delineata, alla mano che ha trasformato il più resistente metallo in gioco simmetrico e in sinuosa ondulazione. Quando, penetrando nella didattica della funzione, ci si accorge che tale creativa sintesi formale è un fucile da caccia e non una scultura che ne imita l’esterno contorno, l’ammirazione muove all’indagine e alla ricerca dei fattori che hanno determinato il suo splendore. Lupi passa in rassegna diverse e multiformi sculture in ferro, ed è affascinante come per ogni singola analisi, più che all’accostamento di stili, faccia appello a prospettive estetiche e strutturali “di fondo”, cioè le stesse che animano l’attuale discussione sia nell’orizzonte del “moderno” che, con terminologia a mio avviso equivoca, del “postmoderno”. È un’indagine rara e assai utile come integrazione agli studi non solo, ripeto, per quelle che un tempo venivano chiamate “arti minori”, ma per tutto lo spettro delle manifestazioni artistiche. Come direbbe Luigi Pareyson: se la forma “si forma formando” (e non è un gioco di parole!), le sculture in ferro studiate da Gianoberto Lupi sono tipico esempio di ogni formatività che si concluda nell’opera riuscita. Per questo il suo contributo è originale nel panorama degli studi d’arte. E come tale deve essere assolutamente conosciuto». [Franco Patruno]

http://www.edolimpia.it/libro.php?codice=5080802

 

 

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